La storia

Dalle origini ai primi del Novecento

Torino, città storicamente ricca di produzione di cereali, di vino e di altre derrate alimentari, disponeva di vaste estensioni di prati e di pascoli adatti all’allevamento del bestiame. Tali produzioni erano superiori ai consumi della sua popolazione e ciò ha comportato da sempre lo sviluppo di vaste e varie aree mercatali nella città.
A partire dalla seconda metà del Seicento, l’espansione verso Porta Nuova, il Po e verso Nord (in direzione di Rivoli), consentì una diversificazione dei mercati già esistenti.
Dalle prime aree di aggregazione commerciale già attive e fiorenti nel XVI secolo, partì la spinta verso aree mercatali sempre più ampie capaci di dare migliore risposta sia alla produzione che ai consumi.

Dai primi del Novecento ai giorni nostri

Se parliamo di mercati della produzione agricola, nati nel passato come specializzazione di mercati più generici, arriviamo al 1928 quando il Comune di Torino con notevole lungimiranza stanziò l’incredibile cifra, per quei tempi, di lire 10.600.000 per costruire il nuovo Mercato Ortofrutticolo della città.

Il periodo bellico

La costruzione del mercato partì nel Natale del 1931 e già nel 1933 il Mercato Ortofrutticolo di Via Giordano Bruno venne inaugurato.
Durante il periodo bellico fu bombardato e in parte distrutto; qui vennero costruiti anche i rifugi antiaerei per gli abitanti del quartiere. L’attività, bruscamente interrotta dalla guerra, riprese all’inizio a fasi alterne, fino a venire ripristinata totalmente.
Escluso il periodo bellico rimase attivo per ben 68 anni, fino al gennaio 2002.

La rinascita

La popolazione, in continuo aumento, evidenziò i limiti urbanistici ma soprattutto logistici di quella importante struttura mercatale, ormai inglobata nella città. E ancora una volta, era giunto il momento di spostarsi dove le aree libere consentissero la realizzazione di un nuovo e più grande Mercato Ortofrutticolo.

La costruzione della nuova struttura

Alla metà degli anni Ottanta, lo Stato Italiano decise di mettere a disposizione ingenti risorse economiche per la realizzazione di nuovi Centri Agro Alimentari italiani, affinché le città si potessero dotare di strutture mercatali più evolute, tecnicamente all’avanguardia.
Tuttavia le città interessate a realizzare un nuovo mercato dovevano sostenere un grande onere: la Legge prevedeva infatti che il 40% del costo dell’opera fosse a carico dello Stato mentre il 60% spettava agli Enti di ambito locale e ai privati. Il Comune di Torino accettò la sfida sottoscrivendo il 91,81% del Capitale Sociale della nuova Società che di lì a poco avrebbe realizzato la nuova struttura mercatale.
Il 27 novembre 1989 nasceva così la Società CAAT S.c.p.A., acronimo di “Centro Agro Alimentare di Torino Società Consortile per Azioni”.

Il 21 gennaio 2002 fu una data storica. Le Imprese Grossiste, i Produttori Agricoli, le Imprese di Servizio, i Fornitori ed i Clienti che lavoravano in via Giordano Bruno da più di 60 anni si trasferirono nella nuova struttura attualmente in uso.